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sábado, 31 de enero de 2015

Incontro-dibattito alla Dante: "Repubblica o Monarchia?"

Un momento del incontro-dibattito
Si è tenuto venerdì 30 gennaio, presso la sede della Dante Alighieri di Málaga, il primo di una serie di incontri - dibattito che la Dante ha in programma di organizzare nel corso di questo secondo semestre accademico. L'incontro è stato molto ricco di spunti, anche in vista dell'interessante dibattito aperto in Italia in occasione dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.


Incaricato di moderare questo primo dibattito, Filippo Faraguna, Presidente del nostro comitato di Málaga. Repubblica o Monarchia? il titolo della prima iniziativa. Una buona occasione per ripassare e approfondire meglio alcuni aspetti legati alla vita politica, storica e sociale dell'Italia e della Spagna. 


I prossimi appuntamentisaranno pubblicizzati su questa Web. L'iniziativa è diretta ad alunni, soci e amici della Dante Alighieri.




jueves, 22 de enero de 2015

Dante e l’Islam

È ormai assodata l’influenza di molte fonti musulmane sull’autore della Divina Commedia. Ma oggi, turbati dalla violenza fondamentalista, tendiamo a dimenticare i rapporti profondi tra la cultura araba e quella occidentale.


Link all'articolo de L'Espresso:
http://espresso.repubblica.it/opinioni/la-bustina-di-minerva/2014/12/10/news/dante-e-l-islam-1.191222

jueves, 15 de enero de 2015

L'espressione UFFA

Esclam. pronunciata sbuffando, a causa del caldo o come espressione d’insofferenza o di noia.
È evidente la sua derivazione da "sbuffare", ma a sua volta il verbo ha una etimologia particolare e antica. Infatti fa riferimento alla scritta in latino ad usum fabricae (ovvero: destinato ad essere utilizzato nella fabbrica), abbreviato in AUF. L'espressione veniva usata per contrassegnare i beni esentati da ogni dazio o pagamento di imposte, come i materiali destinati alla costruzione di Chiese.
Da qui, per spostamento, il sorgere di espressioni come a ufo che in gran parte d'Italia significa gratis ma con una connotazione negativa, di sotterfugio.
Un caso particolare è quello del Duomo di Milano, i cui pesanti blocchi di granito, provenienti dal Lago Maggiore via Naviglio, recavano appunto la scritta AUF. I barconi, appesantiti dalle pietre, erano talmente lenti e impacciati lungo il percorso che da loro derivò l'espressione "auf" (poi "uffa"), per definire una situazione esasperante e noiosa, in cui bisogna portare pazienza anche se si ha fretta.
In seguito l'abbreviativo AUF cambiò pronuncia (infatti mettendo la A iniziale in fondo diventa UFA che nei secoli a venire diventa UFFA).

lunes, 12 de enero de 2015

L'italiano è un lusso: intervista con il linguista Paolo Balboni

Paolo Balboni, nome noto a tutti gli addetti ai lavori, pioniere nel campo della glottodidattica italiana, ha rilasciato un’interessante intervista a La voce di New York. Molti i passaggi interessanti, soprattutto quando con forza rivendica l’importanza della formazione degli insegnanti per una scuola di qualità: ” dove ci sono docenti preparati specificamente per lavorare con immigrati i risultati sono ottimi”.


http://www.lavocedinewyork.com/L-italiano-e-un-lusso-intervista-con-il-linguista-Paolo-Balboni/d/9380/

Origine e storia del tricolore italiano

Non tutti conoscono la storia della nostra bandiera, e neppure il significato dei tre colori che la compongono. Secondo un'antica poesiola scritta nei "sussidiari" delle scuole elementari di un tempo, nel vessillo dell'Italia ci sarebbe il verde per ricordare i nostri prati, il bianco per le nostre nevi perenni, ed il rosso in omaggio ai soldati che sono morti in tante travagliate guerre. Su questo tema hanno profuso rime anche poeti di fama come Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Renzo Pezzani, Ada Negri.... Davvero il verde dei prati, il bianco delle nevi, e il rosso di un sangue versato tra le lacrime di un'intera nazione per duecento anni è la trasposizione allegorica del nostro Tricolore?

E' difficile identificare tra i tanti chi e come ha inventato una simile leggenda. Leggenda romantica, ma non vera. Alla luce della Storia essa appare puerile e senza senso. Può essere il tema di una filastrocca, ma è inconcepibile che una penisola frazionata in tanti piccoli stati, abbia avuto col Risorgimento la forza di unirsi per celebrare prati e nevai.

Nasce quindi il sospetto che l'ignoto cantore di tale favola abbia voluto nascondere una realtà ben diversa, e molto più seria e drammatica. Una verità difficile da gestire quando oggi, grazie ai motori di ricerca come Google, la storia patria reale, è interamente riscritta.
La bandiera italiana è nata nel 1794, quando due studenti di Bologna, Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, tentarono una sollevazione contro il potere assolutista che governava la città da quasi 200 anni. I due presero come distintivo la coccarda della rivoluzione parigina e cambiarono l'azzurro col verde. Il significato allegorico è rimasto comunque lo stesso: un Tricolore come traguardo di un popolo che mirava ad avere Giustizia, Uguaglianza, Fratellanza. Tre obiettivi senza i quali non ci può essere Dignità, Democrazia, Prosperità.

Il nostro Tricolore riassume i naturali "Diritti dell'Uomo", le aspirazioni di tutte le genti, la volontà di chi crede nella propria nazione volta al progresso, con leggi adeguate, senza divisioni, stessi doveri e medesimi privilegi. Un paese dove non ci siano discriminazioni, ma ognuno fa del proprio lavoro una cosciente responsabilità. Dove la morale e l'etica siano guida costante per un'esistenza felice e serena.

Questo è scritto nella nostra bandiera, e questo è quanto sognavano quei due studenti che l'hanno ideata e difesa sino a sacrificare la loro vita ventenne al bieco assolutismo despota dei carnefici del potere.

La cronologia della nascita del Tricolore sta in poche date: il 14 novembre 1794 appare per la prima volta come coccarda puntata sugli abiti dei patrioti nella sommossa di Bologna. Il 18 maggio 1796 i colori di questa coccarda sono accettati da Napoleone, a Milano, e questi consegna alla Guardia Civica, alla Legione Lombarda e alla Guardia Nazionale una bandiera a strisce verticali verde bianca e rossa. (Nel corso di questa cerimonia Napoleone specifica che questi tre colori provengono dalla coccarda della sollevazione bolognese, infatti, dice testualmente: "Visto che loro (i due studenti) hanno scelto questi tre colori, così siano". Il 9 ottobre 1796 (18 vendemmiaio anno V) La legione Italiana emanazione della Legione Lombarda riceve dal Bonaparte un Tricolore con la stessa composizione della coccarda di De Rolandis e Zamboni. Il 28 ottobre dello stesso anno, (27 vendemmiaio) il senato di Bologna decreta: Bandiera coi colori Nazionali - Richiesto quali siano i colori Nazionali per formarne una bandiera, si è risposto il Verde il Bianco ed il Rosso, simbolo della nuova Repubblica Cispadana, prima tappa di una nuova Repubblica Italiana. Il 7 gennaio del 1797 a Reggio Emilia, i convenuti delle assise fanno proprio il nuovo stendardo e s’impegnano a che esso diventi universale.